TUFFETTO Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764)

Suass pèccol (Giglioli 1886)

Codice EURING 00070

TOTALE elementi CTR
93
19,3 %
Nidificazione certa
53
11 %
Nidificazione probabile
23
4,8 %
Nidificazione eventuale
17
3,5 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel 1998-1999 è stata stimata, sulla base di un censimento di oltre il 50% dei siti occupati, una popolazione nidificante di 500-600 coppie.

Nel Bolognese, così come nel resto dell’entroterra emiliano, la specie si riproduce in un’ampia gamma di zone umide comprendente paludi, stagni, maceri, bacini per l’irrigazione, laghetti di cave, bacini per itticoltura e pesca sportiva, bacini di decantazione delle acque di zuccherifici e talvolta anche canali. In sostanza utilizza per la riproduzione qualsiasi specchio d’acqua, anche di piccole dimensioni (a partire da circa 100 mq di superficie), purché con acqua ferma o debolmente corrente, con piante acquatiche sommerse, galleggianti e/o con bordura di canne e carici e in cui sono presenti piccoli pesci, larve di anfibi e invertebrati acquatici.
Il Tuffetto risulta pertanto ben diffuso in tutta la pianura bolognese, probabilmente in un numero maggiore di elementi CTR rispetto a quelli riportati nella carta di distribuzione. Almeno 2/3 della popolazione nidificante sono localizzati in zone umide con gestione faunistico-venatoria e in alcuni bacini per l’itticoltura con densa vegetazione palustre dove le densità massime sono rispettivamente di 0,7 coppie per ettaro e di 0,2 coppie per ettaro. Nella fascia collinare e montana la popolazione nidificante non supera le 40-50 coppie ed è localizzata negli stagni realizzati a partire dagli anni ’50-’60 per l’accumulo di acqua e nei laghetti di ex-cave.
Negli anni ’80 la popolazione nidificante ha registrato un aumento (Tinarelli e Tosetti 1998) che nel corso degli anni ’90 è divenuto particolarmente significativo grazie al ripristino di numerose zone umide attraverso il Regolamento CEE 2078/92. Rispetto ad una stima di 300-550 coppie nel 1994 è stata prodotta per il 1998-1999 una stima di 500-600 coppie (Tinarelli 2001a).
Per l’Italia è stata stimata una popolazione di 1.000-3.000 coppie nel periodo 1988-1997 (BirdLife International 2000).
I fattori limitanti più importanti per la specie sono costituiti dal prosciugamento estivo degli specchi d’acqua in cui nidifica (in particolare i bacini per usi irrigui) e dagli interventi di sfalcio e controllo della vegetazione palustre in tutte le tipologie di zone umide durante il periodo riproduttivo.
Come per altre specie che costruiscono nidi galleggianti o su vegetazione acquatica semisommersa, le covate possono essere distrutte dalla Nutria e da grandi esemplari di Carpe erbivore per ribaltamento; il fenomeno assume dimensioni rilevanti nelle zone umide con elevate densità di nutrie e/o carpe erbivore dove la specie arriva addirittura a disertare zone altrimenti ottimali per la riproduzione (Tinarelli in stampa). Anche l’intrappolamento e la conseguente morte per annegamento nelle reti da pesca sono altre cause di morte nell’arco di tutto l’anno.

Roberto Tinarelli

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