SVASSO MAGGIORE Podiceps cristatus (Linnaeus, 1758)

Peggia (Giglioli 1886)

Suass

Codice EURING 00090

TOTALE elementi CTR
43
8,9 %
Nidificazione certa
39
8,1 %
Nidificazione probabile
0
0 %
Nidificazione eventuale
4
0,8 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1998-1999 è stata censita una popolazione nidificante di 80-90 coppie.

In Italia, come nel resto d’Europa, dopo una rarefazione della popolazione nidificante, culminata all’inizio del secolo, è in corso una lenta ma graduale ricolonizzazione ed espansione dell’areale riproduttivo (Brichetti 1992); per il periodo 1988-1997 è stata stimata una popolazione di 550-3.000 coppie (BirdLife International 2000).
Nella Provincia di Bologna l’incremento della popolazione negli ultimi venti anni è stato certamente più consistente che in altre Province e Regioni grazie alle numerose zone umide ripristinate nel corso degli anni ’90 su seminativi ritirati dalla produzione per venti anni: da 20-27 coppie in 8 siti nel1984 si è passati a 52-60 coppie in 18 siti nel 1994 (Tinarelli 1995) e a 80-90 coppie nel 1998-1999 (Tinarelli 2001a).
La carta di distribuzione indica che la specie nidifica pressoché in tutte le zone umide con superficie in genere superiore a 5-6 ettari, ricche di vegetazione palustre e con ampi specchi d’acqua; è stato rilevato anche in canali e laghetti di cava che presentano canneti e sponde ricoperte da vegetazione palustre utilizzabile per costruire i nidi galleggianti o appoggiati sulla vegetazione semi affiorante.
La popolazione del Bolognese si sposta in inverno probabilmente nelle zone umide costiere e lungo il litorale adriatico quando gli specchi d’acqua gelano.
I fattori limitanti più importanti noti per la specie sono costituiti dal prosciugamento estivo e dall’abbassamento eccessivo dei livelli dell’acqua nei siti in cui nidifica, dagli interventi di sfalcio e controllo della vegetazione palustre durante il periodo riproduttivo. Come per altre specie che costruiscono nidi galleggianti o su vegetazione acquatica semisommersa, le covate possono essere distrutte dalla Nutria e da grandi esemplari di Carpe erbivore per ribaltamento; il fenomeno assume dimensioni rilevanti nelle zone umide con elevate densità di nutrie e/o carpe erbivore dove la specie arriva addirittura a disertare zone altrimenti ottimali per la riproduzione (Tinarelli in stampa). Anche l’intrappolamento e la conseguente morte per annegamento nelle reti da pesca sono altre cause di morte.

Roberto Tinarelli

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