TORDO BOTTACCIO Turdus philomelos (Brehm, 1831)

Taurd (Giglioli 1886) Tord (Bacchi della Lega)

Codice EURING 12000

TOTALE elementi CTR
60
12,4 %
Nidificazione certa
2
0,4 %
Nidificazione probabile
57
11,8 %
Nidificazione eventuale
1
0,2 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 300-500 coppie.

Alla fine dell’Ottocento il Tordo bottaccio era ritenuto “poco frequente di doppio passo” in Provincia di Bologna e localmente nidificante “in alto tra i faggi” (Giglioli 1890); generiche segnalazioni di nidificazione erano note per i “dintorni di Porretta e di Vergato” (Bacchi della Lega 1892). Dal confronto tra la situazione storica e quella scaturita dalla presente indagine, sembra che la specie attualmente sia più diffusa rispetto al passato, non essendo legata soltanto alle faggete e ai boschi in quota ma anche alle formazioni forestali ad altitudini più basse, fino a raggiungere la collina e l’alta pianura. Del resto un analogo fenomeno di espansione è stato osservato in altre realtà territoriali, anche prossime al territorio della Provincia di Bologna (Ceccarelli 2000). E’ possibile che la ripresa della vegetazione forestale e l’introduzione di norme più rigide per l’esercizio venatorio - in particolare l’anticipazione della chiusura al 31 gennaio - abbiano favorito la diffusione di questo Passeriforme.
I principali ambienti riproduttivi rimangono ancor oggi legati all’ambiente montano; la maggior parte delle segnalazioni si riferiscono a contesti montani compresi tra i 750 e i 1600 m. s.l.m. I territori di nidificazione sono ubicati in corrispondenza in boschi di Faggio, Castagno, Cerro, talora in prossimità di coltivi o di altri spazi aperti. Come nel Modenese (Giannella e Rabacchi 1992), è stata notata una tendenza ad occupare i rimboschimenti ad Abete rosso, Abete bianco e Duoglasia, spesso anche di ridotte dimensioni; probabilmente tali situazioni artificiali vengono selezionate perché consentono di proteggere più facilmente il nido soprattutto all’inizio della primavera, quando i boschi di latifoglie non hanno ancora completato lo sviluppo del fogliame. Alle quote più basse è stato rilevato anche in contesti urbani, in corrispondenza di parchi alberati alla periferia Sud di Bologna.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 4 (specie con status di conservazione favorevole e popolazione concentrata in Europa).

Alessandro Andreotti

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