TACCOLA Corvus monedula (Linnaeus, 1758)

Cuorv d’campanil (Giglioli 1886)

Codice EURING 15600

TOTALE elementi CTR
102
21,1 %
Nidificazione certa
33
6,8 %
Nidificazione probabile
15
3,1 %
Nidificazione eventuale
54
11,2 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 1.500-2.000 coppie.

E’ distribuita in modo pressoché continuo nell’Italia peninsulare ed isole maggiori, più frammentato nell’arco alpino e pianura padana (Meschini 1993). Negli ultimi decenni in Europa ha mostrato fluttuazioni, che vanno da una decisa riduzione in certe regioni geografiche, ad un marcato incremento in altre come l’Italia (Fraissinet 1989; Rolando 1995). In Emilia-Romagna ha colonizzato ex novo aree da cui era storicamente assente come la Provincia di Bologna (Toschi 1967) il Forlivese (Ceccarelli 2000) o il Parmense (Ravasini 1995) dove era definita ‘accidentale’ fino agli anni 60 (Tornielli 1965). La Taccola si riproduce generalmente in colonie, in cavità naturali o artificiali. E’ legata notevolmente anche se non esclusivamente agli ambienti antropizzati, in quanto trova in particolare negli edifici dei centri storici condizioni favorevoli alla nidificazione. Nel corso dell’indagine è risultata distribuita in modo discontinuo su ampia parte del territorio provinciale, con alcuni nuclei principali. E’ presente con colonie consistenti nell’area urbana di Bologna e nelle immediate vicinanze, grazie alle opportunità offerte dagli edifici storici, nei numerosi abitati minori della pianura centrale, nella zona di Castel S.Pietro e Imola, sempre grazie alla presenza di edifici monumentali.
Le colonie rupicole nidificanti in condizioni naturali si concentrano in due aree: nella fascia delle arenarie plioceniche a sud di Bologna e nelle pareti marnoso-arenacee dell’alto Santerno ai confini con Firenzuola. Infine altre colonie nidificano su ponti e cavalcavia autostradali tra Sasso Marconi e Pian del Voglio nel tratto appenninico della Autostrada A1. Non è stata rilevata negli anni dell’indagine in un’ area abbastanza vasta della pianura orientale in cui la scarsità di edifici monumentali e l’assenza di pareti di roccia le rendono più difficile la presenza: tuttavia si deve considerare che coppie isolate possono insediarsi in ruderi e case abbandonate, e che quindi la situazione descritta può evolvere nel futuro.
La Taccola si alimenta in gran parte al suolo: la dieta comprende semi e vegetali e per la parte animale invertebrati che si limita a raccogliere sulla superficie in quanto a differenza di altri Corvidi non sonda in profondità il terreno. Utilizza inoltre in periodo riproduttivo invertebrati, specialmente larve di lepidotteri, uova e pulli di Uccelli che cerca sui tetti degli edifici o esplorando dall’alto la corona degli alberi. Come altri Corvidi visita frequentemente le discariche di rifiuti urbani.
La popolazione della Provincia non può considerarsi minacciata. Un fattore limitante naturale, ma non assoluto, per le colonie rupicole può essere la recente espansione del Pellegrino, che presumibilmente in qualche caso preda o allontana i nidificanti dalle pareti occupate da entrambe le specie. Un fattore di importanza molto maggiore è la chiusura delle cavità come le ‘buche pontaie’ sull’esterno dei monumenti dei centri storici allo scopo di impedire la nidificazione del Colombo.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 4 (specie con status di conservazione favorevole e popolazione concentrata in Europa).

Mario Bonora

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