RONDINE MONTANA Hirundo rupestris (Scopoli, 1769)

Nome dialettale inesistente

Codice EURING 09910

TOTALE elementi CTR
32
6,6 %
Nidificazione certa
12
2,5 %
Nidificazione probabile
2
0,4 %
Nidificazione eventuale
18
3,7 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice, nidificante, svernante irregolare; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 300-700 coppie.

Come indica il nome scientifico, più preciso nella connotazione di quello italiano, questo uccello per nidificare è legato agli ambienti rupestri, particolarmente a quelli in prossimità dei corsi d’acqua anche se l’elevata adattabilità, tipica di tutti gli Irundinidi, gli permette di colonizzare manufatti quali abitazioni, ponti e viadotti. Meno gregaria delle altre rondini, nidifica singolarmente o in piccole colonie composte da poche coppie che costruiscono nidi di fango a coppa aperta superiormente attaccati a pareti di roccia o manufatti e manifesta una notevole tendenza a rioccupare gli stessi siti di anno in anno. Censimenti regolari condotti su una popolazione di una vallata romagnola mostrano una stabilità costante nel numero di coppie nidificanti nel corso degli anni (Ciani oss.pers.).
Nella Provincia la specie può definirsi scarsa. E’ stata rilevata a quote massime attorno ai 900 m. a Roncobilaccio e nella zona di Suviana (Badi). La mediana dell’altitudine è a 425 m.slm; le quote più basse raggiunte sono intorno ai 200 m a Sasso Marconi. Le concentrazioni principali sono lungo il Reno, che risale per tutta la vallata a partire dal Balzo de’ Rossi a Pontecchio; è presente intorno a Sasso Marconi, a Riola di Vergato, in valli laterali quale quella del Venola, intorno a Silla e Porretta, da dove risale lungo il territorio di Granaglione e fino ai confini con il Pistoiese. Altro nucleo considerevole si trova lungo il Limentra particolarmente nella zona del Lago di Suviana. Nella valle del Setta occupa oltre che pareti naturali anche manufatti come ponti stradali e viadotti dell’Autostrada A1, partendo dalla confluenza con il Reno e risalendo fino a Castiglion dei Pepoli e Roncobilaccio. Nelle vallate orientali non è stata trovata lungo il Sillaro, mentre nel Santerno è presente in prossimità delle formazioni arenacee vicino a Fontanelice ed è presente più a monte sia sulle pareti marnoso-arenacee intorno a Castel del Rio e Moraduccio, che sui ponti stradali. Alcuni coppie sono state rilevate sulle pareti di arenaria del Contrafforte Plicocenico, come quelle di Monte Castellazzo e Monte del Frate. La colonia di Monte Adone di cui rimangono i resti di 5-10 nidi è invece scomparsa probabilmente per cause naturali da diversi decenni. Anche nel massiccio di monte Vigese e Montovolo sono state rilevate varie coppie, ed alcune lungo la Vena dei Gessi Romagnoli al confine con Ravenna.
La specie appare stabile come effettivi, a parte alcune piccole colonie disertate come quella di Monte Adone, e non si possono individuare fattori di minaccia particolari.

CarloCiani

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