POIANA Buteo buteo (Linnaeus, 1758)

Pujana, Pujan (Giglioli 1886)

Falc capon

Codice EURING 02870

TOTALE elementi CTR
298
61,7 %
Nidificazione certa
34
7 %
Nidificazione probabile
114
23,6 %
Nidificazione eventuale
150
31,1 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 150-200 coppie.

In Italia è definita la specie più comune tra i Rapaci forestali e ha ampia diffusione sull’Arco alpino, l’Italia peninsulare e le isole maggiori con qualche assenza soltanto nella Pianura Padana e nella penisola Salentina (Bordignon 1993).
In Emilia-Romagna è ugualmente comune come nidificante e in relativo aumento (Chiavetta 1992; Giannella e Rabacchi, 1992; Ravasini 1995; Ceccarelli 2000). Le aree di pianura e collina del Bolognese e delle Province limitrofe assumono una particolare importanza per lo svernamento di questa specie (Chiavetta 1986; Bonora e Melega 2002). Tra la fine di febbraio e la prima metà di marzo è relativamente facile individuare le coppie nidificanti impegnate nel corteggiamento e in manifestazioni territoriali (mutual soaring, voli a festoni e scivolate) che spesso terminano nei pressi del nido in costruzione o in fase di ripristino se già occupato in precedenza. Nel corso dell’indagine, è emerso come per questa specie dotata di elevata mobilità la base cartografica adottata a scala 1:5000 possa prestarsi qualche volta a sovrapposizione delle osservazioni.
L’area in cui è risultata più frequente è quella che va dalla prima collina alla media montagna: qui trova l’ambiente che più le è congeniale rappresentato da spazi aperti come prati, seminativi e incolti necessari per la caccia alternati ai boschi o alberi isolati ad alto fusto necessari per la nidificazione. Preda essenzialmente piccoli mammiferi, fino alle dimensioni del Coniglio selvatico ove è presente, che nei numerosi studi relativi alla sua alimentazione rappresentano con i Rettili la parte più importante della biomassa, ma anche Uccelli e Anfibi, grossi Insetti. Sfrutta regolarmente anche i cadaveri di animali uccisi sulle strade.(Tubbs 1974; Cramp e Simmons 1980; Canova 1992).
Nella nostra Provincia il 53% delle osservazioni è compreso nella fascia collinare al di sotto dei 500 m.s.l.m dove ricade anche il 75% circa delle nidificazioni certe.Al di sopra di questa quota è riferibile il 24% delle osservazioni, con un minore numero di nidificazioni accertate. In particolare sopra i 1000 metri si hanno soltanto il 4% delle osservazioni. Il limite altitudinale è raggiunto nelle valli del Dardagna ed Ospitale con un massimo di 1600 m. s.l.m. Una nidificazione certa è stata rilevata a Monte Belvedere ad altitudine di 1000 m. s.l.m.
Anche in un ambiente subottimale come la pianura bolognese, caratterizzata da elevato grado di antropizzazione, la Poiana è presente, con il 22% delle osservazioni e tre nidificazioni certe. Per confronto, nelle pianure modenese (Giannella e Rabacchi 1992) e forlivese-ravennate (Ceccarelli 2000) la specie è praticamente assente.
In un’area nella primissima collina a sud-est di Bologna posta tra i torrenti Savena e Quaderna, all’interno del Parco dei Gessi Bolognesi, in 50 Kmq. sono state censite 12 coppie nidificanti. In quest’ambiente i nidi si trovano prevalentemente in boschetti di modesta estensione, anche di molto inferiore ad un ettaro. La specie arborea utilizzata più frequentemente è la Quercia (Cerro e Roverella) e di solito il nido è occultato tra l’Edera (10 casi su 12) o appena al di sopra della chioma dell’Edera stessa. Generalmente questi boschetti utilizzati per la nidificazione sono difficilmente raggiungibili da terra o perché posti su pendii molto ripidi o più frequentemente perché delimitati da vegetazione arbustiva impenetrabile. Nell’area del parco in due anni d’osservazioni 9 coppie su 12 hanno rioccupato lo stesso nido.La distanza minima tra due nidi contemporaneamente attivi è stata di 700 m.
Lo stato di conservazione della specie è complessivamente soddisfacente e la popolazione della Provincia stimata in circa 200 coppie è probabilmente stabile o in leggero aumento.
Anche se diminuita rispetto al passato, la persecuzione illegale nei confronti di questa specie è tuttora presente ed anzi stiamo assistendo in questi ultimi anni ad una recrudescenza del fenomeno: tre individui sono stati rinvenuti morti per aver ingerito esche avvelenate destinate a predatori in un’area in cui il parco confina con una zona d’allevamento di fauna selvatica destinata alla vendita ad aziende faunistico venatorie ed ambiti territoriali di caccia.
Altre cause di mortalità accertate nell’area del Parco dei Gessi riguardano due giovani morti per elettrocuzione sulla stessa linea di bassa tensione e due individui di età non ben determinabile morti per investimento.

Massimo Colombari

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