PICCHIO MURATORE Sitta europaea (Linnaeus, 1758)

Smaltarol (Giglioli 1886; Bacchi della Lega), Ciacla (Liverani-Imola)

Codice EURING 14790

TOTALE elementi CTR
210
43,5 %
Nidificazione certa
35
7,2 %
Nidificazione probabile
141
29,2 %
Nidificazione eventuale
34
7 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; per il periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 1.000-3.000 coppie.

E’ presente esclusivamente in boschi con alberi maturi e ad alto fusto ricchi di cavità in cui nidifica e con cortecce rugose sulle quali cerca gli invertebrati di cui si nutre in prevalenza. Facile da rilevare, è frequente udire il canto e le manifestazioni territoriali già dal mese di dicembre; l’attività riproduttiva inizia in marzo e si conclude in luglio. Nidifica in anfratti e vecchi nidi di picchi su alberi, qualche volta in nidi artificiali o cavità di edifici o rocce ed è solito ridurre il vano di entrata ed altre eventuali fessure con un impasto di terra, comportamento da cui deriva il suo nome. Nel Bolognese è frequente nei parchi urbani e patrizi della collina e della pianura e nei viali alberati di città come Bologna e Imola dove predilige ippocastani, tigli, querce, frassini, cedri secolari. In pianura la distribuzione è fortemente frammentata: in particolare è risultato scarso o assente nei settori di pianura orientale ed occidentale e più comune nel settore centrale, probabilmente per la maggior frequenza di parchi di ville con alberi maturi. Non frequenta i boschi igrofili e riparali, è assente dal Traversante, bosco igrofilo delle Valli di Argenta (FE) e dal Bosco di S. Agostino (FE), entrambi ricadenti in elementi CTR di confine. In tempi storici veniva considerato abbondante nelle aree di pianura, probabilmente per la presenza delle ‘piantate’ che caratterizzavano il paesaggio agrario bolognese (Bacchi della Lega 1902).
La distribuzione invece è continua nella fascia collinare e di montagna, nei querceti maturi e nei castagneti da frutto, ad eccezione delle aree appenniniche più elevate dove predomina il faggio, generalmente governato a ceduo o in corso di conversione con poche parcelle ad alto fusto, dove è scarso e non si spinge comunque oltre i 1.200 m. s.l.m.
Oltre che nelle faggete è risultato poco frequente nei boschi di conifere, che nella Provincia sono di origine artificiale e di estensione limitata. La scarsa attrazione esercitata sul Picchio muratore dalle conifere ha altrove qualche eccezione: nelle Alpi è presente in foreste in cui sia ben rappresentato il Pino cembro, così come è abbondante nelle associazioni di Abete bianco e Faggio delle foreste Casentinesi dove raggiunge densità elevate (Ceccarelli 2000). In Provincia durante l’indagine è stato oggetto di ricerche mirate condotte con richiami registrati: le densità maggiori sono state rilevate nei castagneti da frutto senza apparenti relazioni con l’altitudine.
Il principale fattore limitante per la specie è attualmente costituito dall’abbattimento degli alberi senescenti e in particolare dei vecchi castagni da frutto.

Mario Bonora

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