OCCHIOCOTTO Sylvia melanocephala (Gmelin, 1789)

Nome dialettale inesistente

Codice EURING 12670

TOTALE elementi CTR
16
3,3 %
Nidificazione certa
0
0 %
Nidificazione probabile
13
2,7 %
Nidificazione eventuale
3
0,6 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 150-400 coppie.

E' riconoscibile per il caratteristico anello orbitale rosso, da cui prende il nome, e dal vistoso cappuccio nero che copre la testa fin sotto l'occhio, presente però solo nel maschio. L'Occhiocotto è molto difficile da individuare poiché rimane praticamente sempre nascosto nel folto della vegetazione dove tra l'altro costruisce il nido ad un'altezza di 50 centimetri. L'attività riproduttiva inizia abbastanza presto, nel mese di marzo, ed interessa gli individui sedentari.
Questo Silvide è diffuso nel territorio italiano prevalentemente lungo la fascia costiera, in particolare nella parte meridionale dell'Italia, mentre a nord dell'Appennino le segnalazioni più settentrionali riguardano le aree xerotermiche presenti in Piemonte, Lombardia e Veneto (Meschini 1993).
La distribuzione dell'Occhiocotto nella Provincia di Bologna è localizzata e limitata ad una stretta fascia pedecollinare (tra 100 e 350 metri s.l.m.), che si sovrappone, per larga parte, ai territori dove emergono le bancate di gesso selenitico. La specie è, infatti, strettamente legata agli ambienti di tipo mediterraneo (Battaglia 1997), che nel territorio bolognese si ritrovano in prossimità delle aree più assolate degli affioramenti gessosi (nei pressi ad esempio delle bancate gessose affioranti sulle prime colline di San Lazzaro o della Vena del Gesso romagnola ricadente nel territorio provinciale) o degli aridi e dirupati calanchi.
L'Occhiocotto frequenta ambienti termofili quali macchie, cespuglieti, siepi in cui sono presenti specie vegetali mediterranee, ai margini dei territori calanchivi, nei coltivi abbandonati o nelle aree incolte, preferendo gli arbusti di bassa taglia.
A differenza di altre regioni italiane, nella Provincia di Bologna non vi sono segnalazioni di nidificazioni nei centri urbani, all'interno di parchi, di giardini o di orti.
Il territorio bolognese rappresenta, per l’areale dell’Occhiocotto, uno dei settori più settentrionali; la consistenza della popolazione riproduttiva è molto limitata. L’abbondanza della specie, che non è stata rilevata nella parte occidentale della Provincia, pare crescere spostandosi dalla parte centrale a quella orientale (comprensorio imolese): fenomeno osservato in grado marcato anche in Romagna (Ceccarelli 2000). Rispetto alle aree meridionali dell'Italia e alla vicina Toscana, dove sono state rilevate nidificazione rispettivamente a 1.500 metri (Meschini 1993) e a 1.000 metri circa di altitudine (Battaglia 1997), nel territorio bolognese le segnalazioni non superano i 350 metri sul livello del mare.
Non si conoscono fattori di minaccia per questa specie. Un fenomeno naturale che limita probabilmente in modo sensibile l’abbondanza di questa piccola popolazione è dato dagli inverni rigidi che incidono sulla sua sopravvivenza. Su scala locale gli incendi frequenti degli arbusteti e dei calanchi possono causare perdita di habitat e mortalità di nidiacei e riproduttori. La specie è classificata da BirdLife International come SPEC 4 (specie con status di conservazione favorevole e popolazione concentrata in Europa) e non è inclusa nella Lista rossa regionale dell’Emilia Romagna.

Marco Bon

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