MIGNATTINO PIOMBATO Chilidonias hybridus (Pallas, 1811)

 Murandeina

Codice EURING 06260

TOTALE elementi CTR
9
1,9 %
Nidificazione certa
9
1,9 %
Nidificazione probabile
0
0 %
Nidificazione eventuale
0
0 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice e nidificante; nel 1999 è stata censita una popolazione nidificante di 407 coppie.

La popolazione italiana è localizzata in Emilia Romagna dove la specie è stata segnalata per la prima volta come nidificante nella Cassa Benni di Mezzolara (Budrio) nel 1939 da Toschi (1940). I quartieri di svernamento della popolazione europea sono situati nel delta del Nilo e a sud del Sahara.
La popolazione nidificante nell’Emilia Romagna ha subito negli ultimi decenni notevoli variazioni e vi sono numerose informazioni sull’andamento della consistenza dalla fine degli anni ‘70: 300-400 coppie nel periodo 1979-1981 (Boldreghini et al., 1982), circa 400 coppie nel 1983 (Spina, 1986), 170-185 coppie nel 1994 (Tinarelli, 1995), 180 coppie nel 1995, 189 coppie nel 1996 (Tinarelli, 1997), 212 coppie nel 1997, 264 nel 1998, 484 nel 1999 (Brichetti e Cherubini 1996 e 1997, Brichetti et al. 2000, Serra e Brichetti 2000).
Nel corso degli anni ’80 la popolazione nidificante era suddivisa tra Cassa Campotto presso Argenta (FE), Valle Mandriole (RA) e piccole colonie nelle “valli” del Bolognese (Cassa Benni, Valle Fracassata, Cassa del Quadrone, Valle Bentivoglia) con nidificazioni irregolari in località come la Cassa di espansione del canale di S. Giovanni a Manzolino (19 coppie nel 1985) nel comune di Castelfranco Emilia (MO) (Chiossi e Leoni 1990) e presso il biotopo de “Le Tombe” (BO) (Tinarelli ined.).
Tra la fine degli anni ’80 e la metà dei ’90 sono scomparse le colonie di Argenta (FE), Valle Mandriole (RA) e di alcune zone umide del Bolognese (Cassa Benni e Cassa del Quadrone), dove i nidi erano costruiti quasi esclusivamente su ninfee, e si è diffusa l’abitudine di costruire i nidi su ammassi di piante acquatiche semi sommerse (principalmente Polygonum amphibium, Ceratophyllum sp. e Potamogeton sp) e su resti e detriti vegetali e ammassi di alghe verdi filamentose in zone con acqua profonda meno di 20-30 cm. Nella prima metà degli anni ’90 la maggior parte della popolazione si è concentrata presso Le Tombe (150 coppie nel 1994), nidificando appunto su ammassi di Polygonum amphibium, Ceratophyllum sp. e Potamogeton sp.. In questo periodo la nidificazione irregolare di poche coppie è avvenuta in varie zone umide del Ferrarese, come ad esempio nelle Anse di S. Camillo presso Ostellato (FE) nel 1994.
Nel periodo dell’indagine la maggior parte della popolazione italiana era concentrata in zone umide della pianura Bolognese centrale e orientale; l’andamento della popolazione nidificante nel Bolognese può essere così riassunto: 166-171 coppie nel 1994, 180 cp nel 1995, 186 cp nel 1996, 136-147 cp nel 1997, 149 cp nel 1998, 407 cp nel 1999 (Tinarelli ined.).
Nel 1996 la specie ha cominciato a nidificare regolarmente anche nel Modenese presso la Tomina (Mirandola) e nel periodo 1997-1999 la popolazione italiana era localizzata, oltre che nel Bolognese, nel Modenese e nel Parmenese (1-2 coppie).
A partire dal 1995, ad eccezione della popolazione nidificante presso le Tombe, pressoché tutte le altre coppie hanno nidificato in zone umide ripristinate su seminativi ritirati dalla produzione con il Regolamento CEE 2078/92 (Tinarelli, 1999). Tutti i siti di nidificazione hanno una scarsa presenza di Nutrie poiché queste ultime vengono sistematicamente uccise oppure perché, scarseggiando la Tifa, le Nutrie non hanno interesse ad inoltrarsi negli ampi specchi d’acqua senza vegetazione di cui alimentarsi.
La scarsità di Nutrie sembra essere la condizione, sempre più rara nelle zone umide del Bolognese, per garantire la nidificazione della specie (Tinarelli in stampa). La specie è ecologicamente molto più adattabile di quanto riportato dai vari Autori che l’hanno studiata in passato. Infatti può utilizzare per la riproduzione tutti i tipi di zone umide con acqua dolce e stagnante, anche con scarsa copertura vegetale, a condizione che non vi siano alte densità di Nutrie e pesci di grandi dimensioni che possono danneggiare accidentalmente il nido galleggiante. Le tempeste di vento e grandine hanno causato la perdita delle uova e la morte dei pulcini ogni 1-2 anni in almeno una colonia.
Specie di interesse comunitario (Direttiva 79/409/CEE) e classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa).

Roberto Tinarelli

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