LANARIO Falco biarmicus (Temminck, 1825)

Falche

Codice EURING 03140

TOTALE elementi CTR
3
0,6 %
Nidificazione certa
1
0,2 %
Nidificazione probabile
0
0 %
Nidificazione eventuale
2
0,4 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante irregolare; prima del 1998 e 1999 (1 coppia) l’ultima nidificazione risaliva al 1987.

Specie a corologia mediterraneo-afrotropicale, è presente nel sud Europa con la sottospecie feldeggii, di cui si stima una popolazione di circa 200 coppie concentrate per l’80% in Italia. L’Appennino tosco-emiliano è segnalato come l’estremo settentrionale dell’areale di questa specie (Bonora e Chiavetta 1975) che in Provincia di Bologna nidifica con 1-2 coppie in modo irregolare. Il Lanario in Italia si riproduce su pareti di roccia, di cui utilizza cenge o cavità. In Provincia la nidificazione dagli anni 70 è stata accertata su meno di 10 pareti, situate ad altitudine tra 400 e 600 m. s.l.m. La nidificazione è stata regolare e continua tra gli anni 70 e la fine degli anni 80, da quando la specie è scomparsa dalla Provincia come del resto da tutta la Regione (Chiavetta e Martelli 1991).
Nei primi anni dell’indagine non si sono avuti casi di nidificazione, anche se una femmina è stata osservata più volte in prossimità di una parete occupata da una coppia di Pellegrino con la quale entrava in competizione (Bonora oss. pers.), e su cui il Lanario aveva nidificato in passato. Nella stessa zona si sono avute successivamente anche osservazioni di un maschio (Rigacci oss. pers.) e di una coppia di adulti a qualche chilometro di distanza (Fusini e Vivarelli oss. pers.). Nel 1999 una coppia si è insediata e riprodotta con successo su una parete già occupata negli anni 80. L’utilizzazione di questa parete è proseguita negli anni successivi, dopo la conclusione dell’indagine, quando anche una seconda coppia si è insediata e riprodotta con successo in altra parete mai precedentemente utilizzata. Attualmente si può affermare che il Lanario è ritornato come nidificante con un esiguo numero di coppie in Provincia di Bologna, di cui costituisce una delle presenze faunistiche di maggior interesse.
Specie di interesse comunitario classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa); è inserita nella Lista rossa regionale (Gustin et al. 1997) come estinta dopo il 1980, denominazione attualmente da rivedere alla luce dei dati riportati.
Si tratta di specie particolarmente vulnerabile in quanto si trova ai limiti dell’areale, ed è inoltre soggetta a fattori di minaccia di vario ordine. Tra le cause naturali, innanzitutto una certa competizione con il Pellegrino, che risulta dominante nell’occupazione delle pareti, benché in passato in Provincia coppie di entrambe le specie si siano riprodotte contemporaneamente su uno stesso balzo di medie dimensioni. La predazione da parte del Gufo reale è stata accertata (Rigacci e Scaravelli 1995) ma ha perso importanza nell’Appennino Tosco-Emiliano data l’estrema rarefazione di questa seconda specie. Oggi come per il passato le cause antropiche rivestono maggiore significato. Fino a tempi recenti i nidi di Lanario sono stati depredati illegalmente ma costantemente da falconieri. Si può credere che anche gli abbattimenti durante la stagione venatoria siano frequenti: nell’autunno 2000 un giovane dell’anno è stato trovato nella pianura bolognese ferito non gravemente da un fucile da caccia e liberato dopo le cure del caso. Come per altre specie rupicole, in periodo di cova possono costituire un fattore di disturbo grave e sufficiente a provocare il fallimento riproduttivo certe attività ricreative, se praticate senza precauzioni, come escursioni o arrampicate, ricerca di fossili e minerali, birdwatching o fotografia naturalistica.

Mario Bonora

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