GHEPPIO Falco tinnunculus (Linnaeus, 1758)

Falchett comoun (Giglioli 1886)

Gavinell

Codice EURING 03040

TOTALE elementi CTR
228
47,2 %
Nidificazione certa
48
9,9 %
Nidificazione probabile
23
4,8 %
Nidificazione eventuale
157
32,5 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice e svernante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata, sulla base di censimenti in aree campione, una popolazione nidificante di 180-250 coppie.

E’ il rapace ritenuto più comune in Europa dopo la Poiana (Tucker e Heath 1994). Occupa qualsiasi tipo di ambiente, purché sufficientemente aperto cioè idoneo per le esigenze di caccia. Se tollerato, sopporta anche la stretta vicinanza dell’uomo e può insediarsi stabilmente all’interno di paesi e città. Nel Bolognese nidifica in pratica dal crinale alle quote inferiori, con le massime concentrazioni entro la fascia collinare e in alcune zone adatte della pianura centro-orientale. Complessivamente è presente con bassa densità: 1,2 coppie/kmq in un’area di 200 kmq del basso Appennino bolognese (Martelli 1992). La colonizzazione dell’ambiente planiziale è un fenomeno dell’ultimo decennio, iniziato con l’occupazione progressiva della conca morfologica dei bacini di bonifica a più ampia tessitura poderale, secondo un gradiente di densità decrescente in senso est-ovest. Nidifica prevalentemente in pareti rocciose, ma può utilizzare in alternativa case coloniche in stato di abbandono o in uso parziale, edifici in aree urbane (Toschi 1956) e suburbane (chiese, torri, campanili, ecc.) o nidi di corvidi su albero o traliccio. Alle nostre latitudini, la deposizione avviene da fine marzo a metà-maggio: su un campione di 75 coppie seguite in Provincia di Bologna, circa il 74% dei casi, in aprile (D. Martelli ined.). L’involo dei giovani è riportato da fine giugno. Le coppie riproduttive sono tendenzialmente sedentarie, eventualmente dispersive in inverno con erratismi verticali condizionati dal grado di copertura nevosa. I migratori transitano soprattutto in marzo/aprile e a fine-settembre/inizio-ottobre. Da novembre a febbraio, in particolare in certi distretti favorevoli della pianura e della bassa collina, le densità aumentano per la presenza del contingente svernante. La specie ha fortemente risentito della persecuzione deliberata e del vandalismo venatorio collegato all’affermarsi della caccia di massa, a partite dall’inizio degli anni ’60. E’ possibile che anche l’agricoltura chimicizzata abbia influito come fattore limitante, ma la documentazione scientifica è carente in tal senso. Di fatto, in Emilia-Romagna e in altre parti dell’Italia, era già scomparso (o sensibilmente diminuito) da diverse città (Chiavetta 1992) ancor prima che gli effetti dei pesticidi organoclorati agissero su vasta scala in Europa (Village 1990). Da una decina di anni è localmente in espansione, soprattutto per la diminuzione degli abbattimenti.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa).

Dario Martelli

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