GABBIANO COMUNE Larus ridibundus (Linnaeus, 1766)

Gabian

Codice EURING 05820

TOTALE elementi CTR
4
0,6 %
Nidificazione certa
3
0,6 %
Nidificazione probabile
0
0 %
Nidificazione eventuale
1
0.2 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante irregolare; nel periodo 1998-1999 è stata censita una popolazione nidificante di 3-4 coppie.

Specie con areale riproduttivo comprendente tutto il Paleartico alle medie latitudini. Nella seconda metà del ‘900 vi è stata una lenta colonizzazione dei Paesi europei mediterranei ed in Italia la specie è segnalata come nidificante dal 1960 (Toschi 1960). Il primo insediamento è stato segnalato nel Ravennate e negli anni successivi la specie ha colonizzato la Sardegna, il Ferrarese, il medio corso del Po ed il Veneto.
Per l’Emilia Romagna si può stimare una popolazione oscillante da 500 a 1.000 coppie in relazione anche all’andamento di colonie in regioni adiacenti appartenenti allo stesso comprensorio (Delta del Po, lagune venete) (Foschi e Tinarelli 1999).
La prima nidificazione rilevata nel Bolognese è avvenuta nel 1995 (1 coppia) a Cassa Benni (Budrio); successivamente nidificazioni certe sono avvenute solo a Medicina nel 1997 (1 coppia) a Valle Uccello e nel 1998 ancora a Valle Uccello (1-2 coppie) e presso la Vallona (2 coppie) (Tinarelli ined.).
Le nidificazioni rilevate nel Bolognese erano sempre all’interno di colonie di Cavaliere d’Italia e /o di Mignattino piombato, con nidi costruiti su ammassi di piante acquatiche semi affioranti e su banchi di fango affioranti, all’interno di zone umide ripristinate su seminativi ritirati dalla produzione e con scarsa profondità dell’acqua.
In periodo invernale il numero di individui presenti in Provincia di Bologna aumenta considerevolmente (3.686 individui nel gennaio 2002) poiché buona parte della popolazione centro-europea sverna nell’area del Mediterraneo.
Non sono noti fattori limitanti significativi salvo gli abbattimenti illegali in ambiti destinati all’itticoltura.

Roberto Tinarelli

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