FAGIANO COMUNE Phasianus colchicus (Linnaeus, 1758)

Fasan

Codice EURING 03940

TOTALE elementi CTR
368
76,2 %
Nidificazione certa
132
27,3 %
Nidificazione probabile
205
42,4 %
Nidificazione eventuale
31
6,4 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 25.000-40.000 coppie.

Specie alloctona, introdotta per motivi venatori in epoca storica, è ampiamente distribuito nella Provincia, dove risulta mancante da un numero limitato di elementi CTR presumibilmente per difetto di rilevamento, oltre che da alcune zone di montagna, per la ridotta idoneità del territorio.
La dinamica della popolazione è fortemente soggetta all’attività venatoria, intesa sia come prelievo che come interventi di ripopolamento spesso massicci e qualche volta condotti in zone a bassa vocazionalità.
Sul territorio Provinciale coesistono due diverse sub-popolazioni, una in aree protette o a bassa pressione venatoria che può essere considerata una popolazione naturale in grado di mantenersi autonomamente, e l’altra soggetta a intensa gestione e che come tale consiste di nuclei non autosufficienti che si mantengono attraverso interventi di ripopolamento.
Le esigenze di questa specie sono legate non tanto a specificità alimentari, in quanto è onnivora e generalista, quanto alla diversificazione del territorio con presenza di seminativi e vegetazione arborea ed arbustiva necessaria come dormitorio o per il riposo diurno.
In Provincia il Fagiano è ben distribuito in tutta l’area di pianura: gli sono particolarmente favorevoli le coltivazioni diversificate rispetto alle monocolture e la presenza di lembi di vegetazione naturale, come si ritrovano in prossimità di golene di corsi d’acqua, o in aree rimboschite a macchia radura, per quanto si adatti anche a coltivazioni arboree. Frequenta spesso le adiacenze dei piccoli centri abitati, dove ci siano aree verdi e parchi o incolti non edificati. Rispetto alla Carta delle Vocazioni Faunistiche dell’Emilia-Romagna (Toso et al. 1999), non è stato rilevato in alcune aree indicate a media vocazionalità nei comuni di Imola e Medicina.
La fascia collinare tra la pianura e i 500 metri di altitudine, soprattutto se caratterizzata da un equilibrato rapporto tra zone boscate-arbustive, incolti e coltivazioni diversificate e non intensive, è quella risultata più idonea.
La zona di montagna è meno adatta per il Fagiano, che tuttavia in aree definite può superare i 900 metri di quota (alta valle del Savena, Brasimone, Monte Belvedere). Dalla carta è evidente una distribuzione frammentata in questa fascia, dovuta principalmente alla maggior copertura arborea e minor presenza di seminativi; nella zona prossima alle praterie di altitudine è risultato del tutto assente. Complessivamente la distribuzione in questa fascia ricalca abbastanza bene il grado di idoneità descritto dalla Carta delle Vocazioni Faunistiche dell’Emilia-Romagna, rispetto alla quale il Fagiano risulta se mai un po’ più frequente, presumibilmente per interventi di ripopolamento condotti anche in aree meno vocate.
Per questa specie soggetta ad una gestione intensiva, non è possibile indicare fattori di minaccia. Tuttavia possono risultare limitanti in aree agricole le trasformazioni del paesaggio agrario con perdita di diversità ambientale, e l’ impiego di fitofarmaci con conseguente riduzione degli insetti particolarmente necessari ai pulcini nelle prime settimane di vita. In zone di collina-montagna è negativo l’abbandono dei seminativi e la riforestazione.

Mario Bonora

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