CODIROSSONE Monticola saxatilis (Linnaeus, 1766)

Mèrel sassar, Mèrel sassol (Giglioli 1886), Meral sassell (Bacchi della Lega),

Merel Sassè (Liverani-Imola)

Codice EURING 11620

TOTALE elementi CTR
7
1,4 %
Nidificazione certa
1
0,2 %
Nidificazione probabile
6
1,2 %
Nidificazione eventuale
0
0 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante inferiore a 20 coppie.

Rilevato in soli 7 elementi cartografici, è risultato tra i turdidi più rari. Specie di media ed alta montagna, vive in ambienti aperti con ridotta copertura arbustiva o arborea, caratterizzati da vegetazione erbacea e rocce. Si alimenta essenzialmente di invertebrati che cattura a terra tra la bassa vegetazione, e che qualche volta insegue in aria. Il nido viene situato in una cavità della roccia, a volte sotto un masso, spesso in edifici rustici, ruderi, muretti a secco, cumuli di pietre, scarpate stradali.
Nella Provincia di Bologna è in forte regresso. Presente fino agli anni 70 con diversi individui territoriali nel Contrafforte Pliocenico, intorno al Monte Vigese, in zone di calanco pascolato con massi affioranti nella media valle dell’Idice, se ne poteva stimare una popolazione di qualche decina di coppie (Bonora oss. pers.). Nessuno dei comprensori riportati è risultato occupato durante l’effettuazione dell’indagine.
Attualmente è limitato a due insiemi di elementi CTR. Il primo riguarda il crinale tra Sillaro e Idice in località Casoni di Romagna-Spedaletto fino al Sasso di S.Zanobi al confine con Firenze. Si tratta di zone aperte cespugliate, con ofioliti affioranti e massi, pascolate da bestiame bovino e ovino semibrado. Nella zona sono presenti diversi ruderi e rustici scarsamente utilizzati a scopo abitativo. La quota di questa area con colture agricole marginali è intorno ai 700-800 m. s.l.m. La popolazione presente è intorno alle 5-10 coppie ed è stata rilevata in 4 elementi.Un secondo nucleo è insediato sulle praterie di crinale intorno al Corno alle Scale, a quote tra i 1500 e 1800 metri. Si tratta di praterie e vaccinieti sommitali, con detriti, massi e formazioni rocciose affioranti. Qui il Codirossone è stato rinvenuto lungo il corso del Rio Cavo, a Monte Gennaio e Fonte dell’Uccelliera. La zona è pascolata da bestiame ovino e bovino nei mesi estivi, con bassa densità di capi. E’ stato rilevato in 3 elementi: si può stimare anche in questo caso una popolazione inferiore alle 10 coppie, in continuità con quella, al di fuori della nostra Provincia, che occupa il Crinale Appenninico. I due comprensori in cui è stato rilevato coincidono con le aree tutt’ora occupate dal Culbianco, con cui il Codirossone condivide varie esigenze ecologiche. Un regresso paragonabile a quello avvenuto recentemente in Provincia di Bologna è stato osservato anche in Romagna negli ultimi anni (Ceccarelli 2000) mentre la situazione precedente (Ceccarelli e Foschi 1987) era considerata stabile e analoga a quella descritta in tempi passati da Zangheri (1938). Nel Modenese rilevamenti meno recenti (Giannella e Rabacchi 1992) dimostravano la presenza di una popolazione ridotta ma ancora stabile. Anche nel Parmense la popolazione di circa 25 coppie è considerata stabile (Ravasini 1995).
Le cause dell’evidente contrazione della popolazione non sono individuabili facilmente. E’ probabile che la specie a basse quote risenta positivamente della presenza del pascolo per la abbondanza di insetti che il bestiame induce. Questo spiegherebbe la presenza del nucleo delle valli del Sillaro-Idice ricca di superfici a prato-pascolo. In certi casi il crollo di edifici rustici o la ristrutturazione con conseguente chiusura di cavità potenzialmente sfruttabili per nidificare può limitare l’idoneità di un territorio. Ma complessivamente diversi ambienti, ad esempio il Contrafforte Pliocenico, non hanno subito variazioni tali da ostacolare l’insediamento di qualche coppia: questo fa credere a cause più remote legate a variazioni climatiche o cambiamenti intercorsi nell’areale di svernamento. Il Codirossone è classificato SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa) ed è inserito nella Lista rossa regionale (Gustin et al. 1997) come specie a status indeterminato.

Mario Bonora

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