CIVETTA Athene noctua (Scopoli, 1769)

Zuetta, Zivetta (Giglioli, 1758)

Zuatta, Zveta (liverani-Imola)

Codice EURING 07570

TOTALE elementi CTR
267
55,3 %
Nidificazione certa
63
13 %
Nidificazione probabile
108
22,4 %
Nidificazione eventuale
96
19,9 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, nidificante, migratrice e svernante; per il periodo 1990-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 500-1.000 coppie.

Frequenta ambienti aperti di ogni tipo come seminativi, medicai, calanchi, pascoli e aree urbane fino agli 800 metri di altitudine. Tale limite è causato, almeno in parte, dall’alta mortalità che indurrebbero i rigori invernali e l’innevamento oltre quella quota. La Civetta nidifica prevalentemente in cavità: di edifici, anche abitati, di alberi, e più raramente in anfratti che trova fra cataste di legna, pietre, rotoballe o altri materiali. Come le altre specie appartenenti alla famiglia Strigidi anche la Civetta è stata oggetto di indagini mirate col metodo del playback. La carta di distribuzione mostra una presenza pressoché uniforme nelle porzioni della Provincia caratterizzate dalla presenza diffusa di aree aperte. Tale caratteristica si riscontra prevalentemente nelle zone di pianura (69% delle osservazioni) e bassa collina (26%), dove fanno eccezione alcuni territori coltivati quasi interamente a vigneto e frutteto intensivi, come l’Imolese e la fascia pedeappenninica a ovest del Reno. Per quanto riguarda l’alta collina e la montagna la presenza diviene più rarefatta sia per la presenza di quadranti prevalentemente ricoperti da vegetazione arbustiva e arborea (che la Civetta, essendo la specie più terricola fra gli strigiformi nostrani, evita per la mancanza di aree aperte dove cacciare) sia per la presenza di territori che si estendono oltre il limite di distribuzione altitudinale. Solo il 5% delle osservazioni è riferito a quote superiori a 500 m. s.l.m. La mediana dell’altitudine è 20 m. s.l.m. Il limite altitudinale a cui è stata osservata è attorno a 850 metri, a Monte Vigese e Montefredente. Anche per quanto riguarda la densità, pur non essendo la nostra un’indagine di tipo quantitativo, è apparsa netta la differenza fra la pianura, dove la specie è molto abbondante, e l’Appennino dove invece è poco frequente.
Nonostante in Italia sia tuttora relativamente comune, negli ultimi decenni in Europa la Civetta ha fatto registrare sia un decremento delle popolazioni sia una contrazione dell’areale. Alcune ricerche effettuate in Germania e Svizzera (Exo 1992) hanno evidenziato come principale causa la diminuita disponibilità di siti per la nidificazione. Questo problema interessa anche la nostra Provincia, dove è determinato sia dalla scomparsa delle alberature ad alto fusto (piantate) ricche di cavità dalle zone agricole di pianura, che dalla crescente domanda di case di campagna da adibire ad uso residenziale, che comporta ristrutturazioni di edifici quali stalle, fienili, rimesse degli attrezzi agricoli, dove un tempo la Civetta trovava anfratti per nidificare, trasformati oggi in spazi abitativi. Altro fattore sfavorevole alla specie da non sottovalutare è il traffico automobilistico che spesso rappresenta la prima causa di morte nei giovani appena involati (Hernandez 1988).
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa).

Luca Melega

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