AIRONE GUARDABUOI Bubulcus ibis (Linnaeus, 1758)

Nome dialettale inesistente

Codice EURING 01110

TOTALE elementi CTR
1
0,2 %
Nidificazione certa
1
0,2 %
Nidificazione probabile
0
0 %
Nidificazione eventuale
0
0 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice, svernante e nidificante; la prima nidificazione è avvenuta nel 1997 e nel 1999 è stata censita una popolazione nidificante di 2 coppie.

L’Airone guardabuoi è una specie cosmopolita originaria dell’Africa che ha avuto nell’ultimo secolo una forte espansione. Nel 1985 è avvenuta la prima nidificazione in Sardegna. E’ stato segnalato per la prima volta in Emilia-Romagna nel 1986 al lago delle Nazioni (Tinarelli 1986b) e la prima nidificazione (almeno 3 coppie) è stata rilevata presso la garzaia di Codigoro (FE) nel 1993 (Passarella 1995). Negli anni ‘90 la specie è stata soggetta ad un incremento, tuttora in corso. Nel 1999 è stata rilevata una popolazione di 945-960 coppie di cui 670 in Sardegna e 87-97 in Emilia Romagna, concentrate principalmente nel Ferrarese (Grussu et al. 2000). La popolazione nidificante in Emilia Romagna sembra residente e al di fuori del periodo riproduttivo vi sono numerose osservazioni.
La carta di distribuzione indica l’unico sito rilevato nel periodo di indagine; la prima nidificazione nel Bolognese è avvenuta nel 1997 a La Comune (Malalbergo) e nel 1999 è stata censita una popolazione nidificante di 2 coppie (Tinarelli 2001a); nel 2001 ha iniziato a nidificare anche nella garzaia presso La Boscosa (8 nidi) nel Comune di Molinella (Tinarelli ined.). I nidi erano collocati su arbusti a La Comune e tra le canne a La Boscosa, in garzaie miste, specialmente con Garzetta, Sgarza ciuffetto, Nitticora, Airone cenerino.
In mancanza delle risorse trofiche caratteristiche delle zone originarie (savane con animali selvatici al pascolo), la popolazione regionale ha mostrato una particolare preferenza per le risaie come ambiente di alimentazione. Le colonie pertanto si trovano tutte all’interno di comprensori con vaste risaie. In Emilia Romagna questa coltivazione è praticata attualmente nella parte nord-orientale della provincia di Ferrara e nel Modenese tra Carpi e Novi. La conservazione e l’incremento della specie sembrano pertanto correlate alla continuità di una superficie minima coltivata a riso, anche in considerazione dei frequenti cambiamenti colturali derivanti dalle recenti tecniche di coltivazione che prevedono la rotazione periodica delle superfici coltivate a riso.
I principali fattori limitanti noti per la specie sono il disturbo antropico e gli interventi di controllo dei canneti e della vegetazione arborea e arbustiva durante il periodo riproduttivo all’interno e in prossimità delle garzaie.

Roberto Tinarelli

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